L'incontro con Magdi Allam mi ha un po' cambiato.
Mi ha "chiamato" a non tacere. A dire ciò che penso.
I due pezzi pubblicati oggi sono da leggere uno dietro l'altro.
Prima le assurdità di Lerner e poi la presa di posizione delle comunità ebraiche, contro Gad Lerner.
Gli ebrei difendono Magdi Allam da Gad Lerner
di Dimitri Buffa
Brutti scherzi fa il politically correct: le comunità ebraiche di mezza Italia e le associazioni di amicizia italo israeliane si sono tutte mobilitate via internet per difendere Magdi Allam dalle acide critiche di Gad Lerner, uno degli ebrei di sinistra più critici con la politica dello stato di Israele.
Tutto è nato da una specie di recensione dello stesso Lerner su Vanity Fair in cui traspariva un certo astio per l’ultimo libro dello scrittore egiziano intitolato “Viva Israele”. Che evidentemente deve essere un’esclamazione che ha fatto trasalire l’islamically correct di Lerner, noto per avere invitato spesso imam estremisti e gente dell’Ucoii a farneticare le proprie pretese ragioni nel programma “L’infedele”, trasmesso ogni sabato da “la 7”, la ex tv di Tronchetti Provera.
Nell’appello fatto girare via internet e già sottoscritto da decine di persone si legge tra l’ altro che “l’articolo di Gad Lerner uscito su Vanity Fair è un attacco a Magdi Allam, che noi ebrei non possiamo lasciar passare sotto silenzio. Abbiamo, singolarmente, espresso a Magdi tutta la nostra solidarietà e indignazione per le ignobili parole di Lerner. Che, oltre ad essere tali, possono essere, se non giustificate, almeno spiegate. Magdi Allam è in Italia, lui musulmano, vive da anni sotto scorta per il coraggio con il quale difende Israele, è stato minacciato di morte e la sua vita è quindi ogni giorno in serio pericolo. Questa sua dedizione gli è stata riconosciuta a Gerusalemme, con l’attribuzione del Premio Dan David e a Washington con il Mass Media Award dall’ American Jewish Commettee, due istituzioni che non praticano abitualmente lo sport di attaccare Israele, come capita a certi ebrei. Non entriamo in merito al testo di Lerner, ci limitiamo ad accluderlo per chi non lo conoscesse. Chiediamo agli ebrei italiani di firmare questo atto di amicizia e solidarietà per far giungere a Magdi Allam una voce sincera di amicizia e ringraziamento per il suo coraggioso e onesto impegno in favore della verità e della giustizia. E, come lui scrive sempre, per la vita contro la morte.”
L’articolo di Lerner era ambiguo già dal titolo: “La differenza fra traditori e transfughi: lettera a un levantino (come me)”. Nel testo si potevano leggere queste considerazioni: “Caro Magdi Allam, ho ricevuto tuo nuovo libro Viva Israele (Mondadori) con una dedica affettuosa che naturalmente ricambio. Mi rendo conto che ci hai messo l'anima, e che da uno come me ti attenderesti gratitudine per una dichiarazione d'amicizia, o meglio d'identificazione assoluta con la sorte del popolo ebraico e dello Stato d'Israele, che - nonostante le ottime intenzioni - mi lascia addosso invece un senso di disagio.”
Poi dopo avere espresso scetticismo per le posizioni di Allam, Lerner mette le mani avanti e dice di non avere “alcun diritto di farti il processo alle intenzioni”. E tuttavia poco prima parlava anche di riconversione che sa di posticcio. Più precisamente di “enfasi fideistica che esibisci, a me viene da cogliere il suono posticcio della moneta falsa.”
Lerner afferma anche, bontà sua, di non sentirsi turbato dal “ tuo tradimento nei confronti di un'ideologia panaraba zeppa di menzogne.” E aggiunge: “Il mio amico Alexander Langer mi ha insegnato la necessità del tradimento quando si tratta di rompere la gabbia della compattezza etnica. Ma non per saltare armi e bagagli dall'altra parte del muro, bensì per costruire ponti, favorire l'interscambio e la comprensione reciproca, incoraggiare l'autocritica fra la propria gente. Diceva Alex: abbiamo bisogno di traditori ma non di transfughi.”
Poi la chiosa finale, in chiave anti occidentale: “in effetti quel che mi ha dato più fastidio, nel tuo Viva Israele, Magdi, è che pure tu, come tanti nostri nemici, esalti una presunta, mai avvenuta, metamorfosi degli ebrei. Finalmente combattenti. Avamposto della guerra occidentale in difesa della sacralità della vita. Per carità, lasciaci continuare a essere quel che siamo! Certe mascherate sono troppo pericolose in tempo di guerra!”
Fin qui le accuse di Lerner a Allam, che si sostanziano in quella di essere dalla parte di Israele senza sé e senza ma. Per fortuna quasi tutto il resto degli ebrei italiani non la pensa come lui, ma come l’ottimo giornalista egiziano.
http://opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=128&id_art=3946&aa=2007
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