lunedì 4 giugno 2007

IL CORAGGIO DI MAGDI ALLAM


Non avrei saputo esprimere meglio i concetti che ho trovato poi su Vita Casalese, e quindi vi propongo l'articolo pubblicato...

Aggiungo solo che il contatto umano che mi ha saputo regalare in quei due minuti di colloquio che abbiamo avuto al momento della firma dell'autografo sul libro sono difficilmente eguagliabili. Mi ha chiesto chi sono, cosa faccio, dove vivo, che lavoro faccio, mi ha chiesto di mia figlia... come un amico. E come si fa solo ad un amico, mi ha confidato che sua figlia studia da assistente sociale. Gli ho detto che molti in quella sala la pensavano proprio come lui, ma non avrebbero mai avuto il coraggio di prendere le posizioni che lui ha invece assunto. E mi ha risposto che bisogna avere il coraggio delle proprie azioni. se siamo capaci di pensare dobbiamo anche saper sostenere le nostre idee! E non è finita qui...

La dedica che ha scritto è molto bella ed è anche il riassunto della serata: A ........., con amicizia e gratitudine per l'impegno sociale e civile, i miei auguri : verità vita e libertà

E’ stato un successo straordinario di presenze e di simpatia l’incontro di sabato sera alla Filarmonica con Magdi Allam, il vice direttore del Corriere della Sera che ha ripreso alcuni temi essenziali svolti nel suo libro “Viva Israele”. Circa 250 persone, ancor prima dell’inizio, affollavano i due grandi saloni contigui per ascoltare il noto giornalista e opinionista televisivo. La serata era stata organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Casale, dal Centro Culturale nuovo Areopago, dall’Associazione Amici della Biblioteca, dalla Fondazione Arte, Storia e Cultura ebraica di Casale e dal Centro Culturale Frassati di Torino. Presentato da Paolo Fiandra dell’Areopago, Magdi Allam con chiarezza ha parlato della situazione di gravissimo pericolo per la pace a causa del fondamentalismo islamico, della debolezza culturale e politica dell’Occidente e dei gravissimi rischi per il futuro del mondo. Il titolo dato al suo libro, “Viva Israele”, è molto di più che una provocazione -ha spiegato il giornalista- è la costatazione che la difesa della vita e della libertà deve essere affermata per tutti. “Viva Israele”, perché questa è una situazione emblematica, ma anche viva la vita, viva lo stato della Palestina, viva la libertà di tutti gli uomini in tutti i campi. Dopo le minacce ricevute da Hamas per aver denunciato i kamikaze palestinesi, "la mia vita", sostiene Allam, "è diventata strettamente collegata alla sorte di Israele, per una mia scelta interiore di fede nella sacralità della vita e per una bizzarria del destino che ha voluto che fosse un musulmano laico a battersi in prima linea, anche a rischio di morire, per difendere il diritto all'esistenza dello Stato ebraico". Da anni vive sotto scorta, e almeno sette agenti della Polizia antiterrorismo, più vari carabinieri hanno dato la loro opera nella serata alla Filarmonica per la sicurezza dell’oratore e del pubblico. Anche un ragazzo di grande sensibilità ed educato in una scuola religiosa italiana come lui non era rimasto del tutto immune al pregiudizio anti-israeliano, che venne però spazzato via dalle esperienze successive: "In queste pagine ho voluto raccontarvi il mio lento e sofferto percorso esistenziale dall'ideologia della menzogna, della dittatura, dell'odio, della violenza e della morte alla civiltà della verità, della libertà, dell'amore, della pace e della vita. Fino a maturare il pieno convincimento che, oggi più che mai, la difesa del valore della sacralità della vita coincida con la difesa del diritto di Israele all'esistenza". Ecco perché questo libro autobiografico parla alle coscienze di tutti: dietro l'intransigenza con cui si tutela il diritto di Israele all'esistenza e alla pace c'è la fermezza con cui si protegge la nostra società dai pericoli di infiltrazione e legittimazione dell'ideologia della morte. La sua lucida analisi ha negato che vi sia uno scontro tra religioni. Il fanatismo islamico che è stato occupato dal terrorismo (così come l’Islam si appropriò dell’arabismo – n.d.r.) non è tanto contro i cristiani, ma contro gli stessi islamici moderati o di altre sette (sono circa 500). L’islamismo è una galassia con centinaia di “confessioni” e non c’è un’autorità centrale, perché per i mussulmani il rapporto è diretto con Dio, senza la mediazione del “clero” o di una autorità religiosa. Ha ricordato che in Algeria il terrorismo islamico uccise 200.000 persone tra gli stessi musulmani. L’odio per Israele è fondamentale per il terrorismo islamico, e non solo del Medio Oriente ma anche per quelli delle Filippine o dell’Afghanistan, e per essi non è possibile nessun pragmatismo, perché la distruzione di Israele è un dogma assoluto. Ha sbagliato Condoleeza Rice –commenta Magdi Allam- a fare pressioni su Israele al tempo delle elezioni in Palestina pensando che Hamas al Governo sarebbe diventato pragmatico e avrebbe riconosciuto lo stato nemico. La stessa considerazione bisogna farla per l’Iran, definito un regime nazi-islamico. E’ stato molto severo anche con il nostro Governo per l’atteggiamento morbido del
Ministro degli Esteri D’Alema verso l’Iran, quando disse che se non ci desse più il petrolio ci costerebbe due finanziarie. Ricorda quando Churchill commentando la debolezza degli stati europei che avevano sacrificato Danzica alle mire di Hitler pur di evitare la guerra (che avvenne ugualmente...) disse: “la persona conciliante è come uno che nutre il coccodrillo nella speranza di essere mangiato per ultimo”. I terroristi devono essere distinti tra burattinai e burattini. Una volta c’era la credenza che fossero i disperati nati e vissuti nei campi profughi palestinesi, senza futuro, cui anzi la morte avrebbe assicurato ai familiari delle risorse. I kamikaze sono i burattini, ma adesso sono anche cittadini britannici di buona famiglia, con formazione culturale a volte eccellente nelle migliori università europee o statunitensi. Sono burattinai i miliardari sauditi come Ben Laden che vogliono conquistare l’Arabia Saudita e di lì farne una base di ampio potere economico e politico. E proprio Ben Laden, miliardario (in dollari...) saudita che ha studiato a fondo sia la finanza che la comunicazione prende dall’Occidente tutto il progresso tecnologico e finanziario ma rifiuta la sua ideologia, la sua cultura, la sua civiltà, identificate con il male. In questa globalizzazione tecnologica i terroristi sono diventati maestri. Non c’è dubbio che le due torri gemelle siano state colpite da due aerei dirottati dai terroristi islamici, ma è bastato che sui siti fondamentalisti apparisse un’altra ricostruzione, per cui la distruzione era dovuta agli affaristi americani con il concorso del Mossad (servizi segreti israeliani), che anzi aveva avvertito gli ebrei di non andare alle due Torri, per far sì che una verità e una bugia fossero egualmente accreditate e il fatto terroristico spaventoso fosse in qualche modo allontanato. La globalizzazione delle informazioni, senza controllo delle fonti e della autenticità, rappresenta un pericolo gravissimo, perché se non c’è il senso critico della conoscenza, tutto e il contrario di tutto hanno la stessa appartenenza. Questo ci porta al gravissimo pericolo del relativismo applicato un po’ a tutti i campi: ideologico, religioso, morale. E’ impressionante l’identità di analisi del giornalista con Papa Benedetto XVI, cui ha espresso piena consonanza e apprezzamento per il discorso di Ratisbona dello scorso anno. Al termine vivissimi applausi e moltissimi qualificati interventi hanno consentito di approfondire ancor di più i problemi esposti. Infine l’assessore Calvo si è complimentato con Magdi Allam per la sua chiarissima analisi. E poi gli autografi sul libri, acquistato da tutti i presenti.


p.b. http://www.vitacasalese.it/