lunedì 26 gennaio 2009

Per la vita, contro la Mercedes!

Per non farla soffrire abbiamo deciso di farla morire di fame e sete...
Tesi interessante!
Sottoscrivo quanto proposto da Federvita Piemonte e Compagnia delle Opere Piemonte, qui sotto riportate:

LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE BRESSO
Presidente Bresso, mi rivolgo a Lei implorandoLa di ritirare la disponibilità del Piemonte ad uccidere Eluana, ma ancor più mi rivolgo ai piemontesi affinché si ribellino: questa non è una questione politica, ma di vita o di morte!
Uccidere Eluana togliendole idratazione e nutrizione non e’ solo inconcepibile ed inaccettabile, non solo criminoso e contro tutto lo spirito della costituzione e delle leggi italiane, ma ci costringe a riflettere su di un potere inaccettabile dei tribunali, che evidentemente possono stravolgere le leggi, anzi produrne. L’eutanasia in Italia non e’ lecita, ma uccidere Eluana va ben oltre!
Non possiamo rassegnarci a tutto questo!!!
La nostra non e’ piu’ una civilta’.
Gandhi affermava che una legge ingiusta rende ingiusto uno stato: di leggi ingiuste in italia (194/78, 40/2004, ecc.) ce ne sono gia’ quanto basta ed oltre, ma ora c’è chi le supera.
Se qualcuno ancora crede nel fondamentale diritto alla vita deve ribellarsi: la maggioranza silenziosa è connivente, corresponsabile!!! E’ mai possibile che si difendano solo i criminali dalla pena di morte e si continui a condannare a morte gli innocenti? Gli unici esseri che la nostra società difende sempre più sono gli animali!!!
Per quanto riguarda le dichiarazioni anticipate sul fine vita, mi sembra interessante meditare sulla storia del professor Melazzini:
Il primario oncologo Mario Melazzini, gravemente affetto dalla sclerosi laterale amiotrofica, una delle malattie più difficili da accogliere, nel libro “Liberi di Vivere. Malati inguaribili, persone da curare” (edizioni ARES), scritto dal caporedattore del Resto del Carlino, Massimo Pandolci, afferma: “… la morte non è un diritto, è un fatto. Non esiste il diritto a morire. Io non sono così assolutista ma su questo argomento sì”. “La morte è un evento naturale della vita; è la vita che va permessa, difesa dal primo momento, e cioè dal concepimento e fino alla morte naturale – ha aggiunto –. E questa non è ideologia o religione; no è la natura! La natura ci insegna che la vita va tutelata; questo è il vero rispetto”.
A proposito del tentativo di far morire Eluana Englaro, Melazzini è stato molto chiaro: “Quello che i giudici di Milano hanno sentenziato rappresenta un puro caso di legittimazione di una forma di eutanasia. Per me è un omicidio”. E ancora: “hai la dignità di persona umana se hai tutte le funzioni, tutti i punti. Se cominci a perdere qualche funzione, cominciano a scalarti anche i punti”…“A un certo punto, se perdi molte funzioni perdi tutti i crediti: non ti resta nulla e ti tolgono la patente di persona. Non sei più degno di vivere, non sei più compatibile con una vita degna. Sei ancora vivo, ma la tua vita non è degna di essere vissuta. (…) Ecco dove porta la cultura dei benpensanti: alla selezione della specie”.
Di fronte a questa deriva, Melazzini chiede di tornare all’origine di ciò che siamo. “Te lo posso assicurare, ringrazio la malattia: mi sta insegnando a vivere”. E’ chiaro che se avessero chiesto (a trent’anni) al dottor Melazzini che cosa avrebbe voluto fare di fronte ad una simile eventualità, avrebbe risposto che non l’avrebbe accettata. Infatti oltre all’assurda pretesa di voler disporre della propria vita, si deve anche chiarire che è molto diverso prevedere una situazione o viverla.
Invito tutti coloro che leggeranno questo appello ad aderire con un proprio contributo o almeno con i propri dati personali nel link http://salviamoeluana.docvita.it
Eluana può purtroppo diventare l’autostrada per l’eutanasia!
Garrone dr. Giuseppe, Presidente di Federvita Piemonte

LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE BRESSO E ALL'ASSESSORE ARTESIO
Al Presidente della Giunta Regionale del Piemonte On. Mercedes Bresso
All’Assessore alla Solidarietà sociale, Politiche giovanili e Programmazione sanitaria Dott.ssa Eleonora Artesio

In riferimento alla sospensione di acqua e cibo prevista dal decreto dalla Corte d’Appello di Milano che autorizza la sospensione di idratazione e nutrizione alla Sig.ra ELUANA ENGLARO sino al decesso della stessa, i sottoscritti medici ed operatori sanitari della Regione Piemonte sentono l’obbligo di sottolineare l’inapplicabilità delle procedure previste dal decreto della Corte stessa e la loro palese contraddizione con le regole della deontologia medica internazionale, la cui violazione determina responsabilità anche in sede civile e penale.
Infatti, il decreto impone che, mentre si sospendono l’idratazione e la nutrizione, venga evitata la sofferenza con "…somministrazione di sostanze idonee ad eliminare l’eventuale disagio da carenza di liquidi".
Ora, in medicina è regola assoluta che la presenza di qualunque "disagio" e sofferenza venga corretta anzitutto rimuovendo le cause che la determinano e non nascondendone artificialmente le conseguenze, mentre si lasciano perdurare gli effetti dannosi della causa non rimossa.
Nel caso di specie, ciò significa che, davanti alla sofferenza prodotta dalla mancanza prolungata per ore e giorni di acqua e cibo (sulla cui entità – della sofferenza - non esistono ad oggi evidenze scientifiche definitive, tanto da far prevedere la somministrazione di sedativi), il medico deve, per agire in modo deontologicamente e scientificamente corretto, intervenire somministrando liquidi ed elementi nutritivi e non nascondendo la sofferenza stessa con sedativi, antidolorifici e altri farmaci.
Per questi motivi il dispositivo del decreto è inapplicabile tecnicamente senza venire meno alle regole fondanti della ‘Good Clinical Practice’ (Dichiarazione di Helsinki).
Per questa ragione medici ed operatori sanitari della Regione Piemonte sono disponibili ad accogliere la Sig.ra Englaro presso le strutture sanitarie del Piemonte, ove vi siano motivi sanitari che lo giustifichino, ma non per causarne il decesso.
Inoltre, gli operatori sanitari del Piemonte, nel ricordare che la nutrizione e l’idratazione vanno considerati atti dovuti eticamente (oltre che deontologicamente e giuridicamente) in quanto indispensabili per garantire le condizioni fisiologiche di base per vivere, stigmatizzano affermazioni ed atteggiamenti che, negando dignità umana a persone in totale dipendenza, hanno come intrinseca conseguenza di suscitare indebite perplessità in migliaia di persone che ogni giorno si prodigano a favore dei disabili e di favorire l’abbandono terapeutico di una quota non indifferente della nostra popolazione.
Associazione Medicina e Persona del Piemonte e Valle d’Aosta
Associazione Medici Cattolici Italiani Piemonte Valle d’Aosta
Movimento per la Vita di Torino
Associazione Scienza e Vita del Piemonte