giovedì 14 giugno 2007

una grande manifestazione per la vita, la dignità e la libertà dei cristiani e per il riscatto dell’insieme della nostra civiltà umana


A Roma il 4 luglio la "Manifestazione nazionale contro l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo"
Appello per una “Manifestazione nazionale contro l’esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo ”Dopo aver ascoltato e fatto nostro l’ “accorato appello” del Papa Benedetto XVI ad agire per porre fine alle “critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane”, abbiamo deciso di promuovere una “Manifestazione nazionale contro l’esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo”. Noi non possiamo più continuare ad assistere inermi alle barbarie che stanno costringendo milioni di cristiani negli Stati arabi, musulmani e altrove nel mondo a fuggire dalle loro case e dai loro paesi. Al contempo noi denunciamo le violenze contro i religiosi e i fedeli cristiani che pagano con la vita l’impegno e la fedeltà a testimoniare la propria fede. La presenza dei cristiani si va assottigliando sempre più: dalla prima guerra mondiale circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dal Medio Oriente. Una fuga simile alla cacciata degli ebrei sefarditi che, da un milione prima della nascita dello Stato di Israele, si sono ridotti a 5 mila. Invitiamo pertanto tutti gli uomini di buona volontà, al di là della loro fede, etnia e cultura, a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà mercoledì 4 luglio a Piazza Santi Apostoli a Roma alle ore 21. Sarà una grande manifestazione per la vita, la dignità e la libertà dei cristiani e per il riscatto dell’insieme della nostra civiltà umana.


Per aderire: salviamoicristiani@gmail.com

mercoledì 13 giugno 2007

La miseria dell'avaro

L'avaro vive da povero, e muore ricco. Ogni tanto le cronache confermano fatti che si ripetono da secoli: il vecchietto che cercava l'elemosina davanti a una chiesa muore e nella sua casa misera vengono alla luce pacchi di soldi e libretti bancari. Aveva ragione san Bernardo quando definiva l'avarizia come «un continuo vivere in miseria per paura della miseria». Anzi, per stare ancora ai santi, è nota la battuta attribuita a sant'Antonio da Padova, che oggi la liturgia festeggia, di fronte al funerale di un avaro ricchissimo: «Il suo cuore non riusciranno a seppellirlo, perché era troppo attaccato ai soldi!». Sopra ho citato un'altra battuta, simile a un proverbio, proposta da un giornalista, Vittorio Buttafava (1918-1983). Decine e decine di altri aforismi su questo vizio li ho diligentemente collezionati scrivendo nei mesi scorsi un libro proprio sulla storia dei sette vizi capitali. Io, però, vorrei porre l'accento su un altro tipo di avarizia, quello dei sentimenti, una cupidigia a cui poco si bada ma dagli esiti altrettanto deleteri. Si ha, infatti, spesso la tentazione di negare al prossimo non tanto i soldi (un gesto di carità talvolta non costa molto e mette in pace la coscienza) quanto piuttosto il proprio tempo nell'ascolto, nella vicinanza, nella tenerezza. Paradossalmente questa avarizia è molto più seria perché rifiuta non tanto un bene materiale, pur importante, quanto una realtà intima e profonda che non può essere acquistata. Tutti, credo, dobbiamo confessare di esserci negati a chi voleva solo sentirci al telefono per avere una parola buona, di aver evitato chi desiderava essere ascoltato, di aver rifiutato la compagnia a una persona sola e malata. Anche questa è avarizia meschina.
Gianfranco Ravasi http://www.avvenire.it/

lunedì 11 giugno 2007

I NOGLOBAL, BUSH E… IL CORPUS DOMINI

Centomila fedeli in processione non fanno notizia. Decine di scalmanati che protestano, danneggiamo treni e vetrine, viaggiano gratis, si... beh loro hanno il diritto di protestare...
Credo che la mia idea sia molto vicina a quella di Socci che vi propongo qui sotto, da Libero del 9 giugno 2007.
Ho in più aggiunto un link al miracolo di Lourdes, di cui, nonostante molti pellegrinaggi, non avevo mai sentito parlare. Il video toglie il fiato... Guardatelo!


I quattro sciamannati che contestano Bush da giorni hanno l’onore delle prime pagine e delle aperture dei tiggì. Ma le 100 mila persone che giovedì sera, a Roma con il Papa, hanno partecipato alla processione del Corpus Domini fra le basiliche del Laterano e di Santa Maria Maggiore, non hanno meritato neanche una riga di attenzione da nessuno. E’ la dittatura del relativismo. Interessano i cattolici che ad Assisi fanno le marce della pace con Bertinotti, ma non le folle cattoliche che pregando portano per le vie di Roma l’Eucaristia. Cosa volete che sia la notizia di Dio che si fa carne e poi pane…Tutti siamo indotti a pensare che un Casarini che si agita in Trastevere sia più importante. Certo, tutto passa. Sono passati pure Lenin e Stalin, figuriamoci Casarini… Ma noi intellettuali invece pensiamo che siano i vari Casarini, i Silvestri, i Lapo Elkann e le veline, meteore che attraversano le nostre effimere cronache, a far notizia e non piuttosto il Signore della storia, la Bellezza fatta carne, che è fra noi da duemila anni e che ha promesso di restare per sempre. Siamo accecati o banali? Anche se – nelle nostre disperate solitudini laiche - pensassimo che 100 mila romani in processione siano solo folklore oppure – come scrive Odifreddi – ritenessimo che i cristiani siano dei “cretini”, è pur sempre un fenomeno sociale clamoroso. Perché non interrogarsi? Oltretutto a quel mistero che è l’Eucaristia sono state dedicate le nostre cattedrali e i più grandiosi capolavori della nostra arte. Fra i “cretini” devoti a quel mistero troviamo Mozart, Caravaggio, Dante, Raffaello che hanno espresso tutta la loro commozione per il Dio che si fa pane quotidiano. Folle di martiri hanno dato la vita per lui e i più grandi santi sono stati innamorati di Gesù “pane di vita”: da Francesco d’Assisi a Caterina da Siena, da Tommaso d’Aquino a Madre Teresa, da padre Pio a santa Chiara che con l’ostensorio fermò addirittura i saraceni. A far intuire che immane mistero si nasconda in quel pezzo di pane ci sono decine di miracoli eucaristici. Cito due dei più famosi. Quello di Lanciano e quello di Siena. A Lanciano, attorno al 750, un monaco stava celebrando la messa, ma da tempo era assalito dai dubbi: possibile che quella piccola ostia bianca diventi realmente fra le mani del sacerdote il vero corpo di Cristo? Mentre pregava Dio che lo liberasse da questo assillo, vide letteralmente il pane trasformarsi in carne. Atterrito e confuso scoppiò in lacrime. Il clamore fu enorme e quell’ostia di carne è tuttora conservata nella chiesa di San Francesco. Nel 1971 furono fatti esami di laboratorio. Il professor Odoardo Linoli il 4 marzo rese noti i risultati: si tratta di tessuto di cuore umano e sangue umano (emogruppo AB). Inoltre “nel liquido di eluizione dell’antico sangue si riconoscono tutti i componenti del siero di sangue fresco (tracciato elettroforetico) e tutti gli accertamenti fatti sulla carne e sul sangue non hanno mai portato al riconoscimento di materiali estranei, destinati alla conservazione”. Si è scoperto che la carne è parte del ventricolo sinistro di un cuore umano. Il professor Linoli dichiara che l’ipotesi di un falso (cioè di un cuore prelevato da un cadavere) non è convincente per il tipo di tessuto e per come tale tessuto è stato prelevato (“le prime dissezioni anatomiche sull’uomo si ebbero posteriormente al 1300”). Inoltre – studiando la retrazione concentrica del tessuto stesso e come si tentò nell’VIII secolo di fissarlo – il professore ha concluso che questo frammento di cuore, quando il monaco se lo trovò fra le mani, “fosse allo stato vivente”. Un altro caso a Siena. Il 14 agosto 1730 alcuni ladri, nella basilica di San Francesco, rubano la pisside d’argento piena di particole consacrate. Il sacrilegio sconvolge la città. Il giorno 17 le ostie sono ritrovate dentro una cassetta delle elemosine del santuario di S. Maria in Provenzano. Per farla breve, da allora – sono passati 277 anni – si conservano prodigiosamente incorrotte, sebbene il materiale di cui sono fatte sia quanto mai effimero. Analisi scientifiche hanno attestato che sono “intatte e senza sfrangiature”. Conclusione del professor Grimaldi: “Le Sante Particole di Siena sono in perfetto stato di conservazione contro ogni legge fisica e chimica e nonostante le condizioni del tutto sfavorevoli in cui si sono venute a trovare. Un fenomeno eccezionale e straordinario”. Molti altri sono i miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa. Poi ci sono gli episodi non ancora riconosciuti come miracoli, anche perché molto recenti, come quello clamoroso accaduto, il 7 novembre 1999, a Lourdes, nella basilica inferiore. Celebrava l’arcivescovo di Lione e con lui il cardinal Lustiger, arcivescovo di Parigi, con molti vescovi d’oltralpe. La messa era trasmessa in diretta dalla televisione francese “Antenne 2” e dunque quello che accadde è tutto documentato (si può vedere su internet scaricando il file all'indirizzo http://www.tonyassante.com/renzoallegri/eucar/indice.htm). Al momento dell’epiclesi, cioè quando i sacerdoti stendono le mani invocando lo Spirito Santo perché il pane e il vino diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, si vede chiaramente che la grande ostia bianca si solleva, oscilla e resta sospesa nell’aria per molti minuti, a qualche centimetro dalla patena, fino alla fine del canone. Il movimento con cui si solleva è impressionante. Alcuni esperti hanno analizzato la ripresa escludendo ogni manipolazione tecnica. Un altro fatto inspiegabile pare sia accaduto alla coreana Julia Youn Hong-Son. Il 31 ottobre 1995 partecipa alla messa che Giovanni Paolo II celebrava nella sua cappella privata. Riceve da lui la comunione e qui accade un fatto sconvolgente: sulla sua lingua quell’ostia diventa di carne. C’è un filmato che mostra quando il Papa, finita la messa, giunge davanti a Julia: lei si inginocchia e mostra al Santo Padre il prodigio. Si nota lo sguardo stupito del papa che carezza la guancia di Julia e traccia una croce sulla sua fronte (il filmato è stato mostrato per la prima volta da Piero Vigorelli, a “Miracoli”, su Rete 4, il 18 maggio 2001). Certo su questo episodio come su quello di Lourdes dovrà pronunciarsi la Chiesa. Ma i miracoli eucaristici già accertati parlano chiaro: alla fame di significato, di bellezza, di amore di ogni uomo, Cristo risponde facendosi pane, per sostenerci, trasformarci in Lui e divinizzare perfino il nostro corpo che si disfà e decade ogni giorno: se ci nutriamo di Lui è destinato a diventare un corpo glorioso come quello di Gesù dopo la resurrezione, non sottoposto più ai limiti dello spazio e del tempo, eternamente giovane. Ecco perché i centomila romani sono stati mossi dal desiderio di incontrare - ha detto il Papa - “Gesù che passa per le strade”. Il cardinal Siri, 40 anni fa, in una circostanza analoga alla visita romana di Bush, ebbe a dire: “in questo mondo c’è Kennedy, c’è Kruscev, ci sono tutti gli altri, che nel giro di pochissimi anni non vi saranno più. Vi prego di ricordarvi che in questo mondo c’è Gesù Cristo (con questo è detto tutto!) e che Gesù Cristo è il Figlio di Dio fatto uomo, cioè Egli è l’infinito e il più umano di tutti, l’unico veramente umano perché in un modo non ripetibile dagli altri, è andato in croce per tutti gli uomini…. Questi uomini che se arriva in una città un divo o una diva dello schermo, parlano per qualche tempo solo di quello, ombre effimere, assolutamente effimere e inconsistenti come tutte le ombre! Costoro che non si ricordano che Nostro Signore e Salvatore, quello che è andato in croce per loro, rimane lì nel Tabernacolo, Dio e Uomo, non con la presenza spirituale, ma con la presenza reale...”. Presenza che riempie ogni solitudine, vince il dolore e la morte e ama ciascuno chiamandolo per nome.

Antonio Socci http://www.antoniosocci.it/Socci/index.cfm