mercoledì 16 gennaio 2008

L'ignoranza e la sapienza

Dopo le proteste, annullata la visita del Papa a "La Sapienza" di Roma
CITTA' DEL VATICANO, martedì, 15 gennaio 2008 (ZENIT.org
Benedetto XVI non si recherà più all'Università “La Sapienza” di Roma, giovedì prossimo, 17 gennaio. Visita annullata, quindi, in seguito all'occupazione del Rettorato e alle altre proteste, verificatesi nei giorni scorsi giorni, da parte di studenti e di alcuni professori dell'Ateneo.
Un nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana spiega che “si è ritenuto opportuno soprassedere all’evento”, che si sarebbe svolto “su invito del Rettore Magnifico”.
Il Santo Padre – si legge – invierà, tuttavia, il previsto intervento”.
Il professor Renato Guarini, Rettore dell'Università “La Sapienza”, aveva detto di aspettarsi dalla visita del Papa teologo “un momento di alta cultura” e di “confronto di idee” di cui avrebbe beneficiato tutta la comunità universitaria.
Di fronte alle proteste di professori e studenti contro la visita di Benedetto XVI all'Università “La Sapienza” di Roma, nelle quali il Papa è stato presentato come nemico di Galileo, un matematico di origine ebraica ha ricordato che Joseph Ratzinger, in quell'Università, ha pronunciato una conferenza in sua difesa nel 1990.
Il sostegno al Pontefice arriva da Giorgio Israel, professore ordinario di Matematiche complementari a “La Sapienza”, con un articolo apparso sulla prima pagina de “L’Osservatore Romano” e scritto prima che la Santa Sede annunciasse l'intenzione di rimandare la visita papale. Il matematico ha ricordato un discorso pronunciato dal Cardinale Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 15 febbraio 1990, in cui spiegava il mutato atteggiamento della Chiesa nel suo rapporto con la scienza, e in particolare di fronte al caso Galileo.
“La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità”, diceva il Cardinale.
Israel ha quindi denunciato la contraddizione di quanti si sono opposti alla visita del Papa, teoricamente in difesa del valore della presunta laicità della scienza, negando il diritto alla parola.
“È sorprendente che quanti hanno scelto come motto la celebre frase attribuita a Voltaire - 'mi batterò fino alla morte perché tu possa dire il contrario di quel che penso' - si oppongano a che il Papa tenga un discorso all'università di Roma 'La Sapienza'”, ha osservato.“È tanto più sorprendente in quanto le università italiane sono ormai un luogo aperto ad ogni tipo di intervento ed è inspiegabile che al Papa soltanto sia riservato un divieto d'ingresso”, ha aggiunto. L'opposizione alla visita del Papa, ha commentato, non è “motivata da un principio astratto e tradizionale di laicità”, ma è “di carattere ideologico e ha come bersaglio specifico Benedetto XVI in quanto si permette di parlare di scienza e dei rapporti tra scienza e fede, anziché limitarsi a parlare di fede”.
Per Israel, il discorso ratzingeriano del 1990 “può ben essere considerato, per chi lo legga con un minimo di attenzione, come una difesa della razionalità galileiana contro lo scetticismo e il relativismo della cultura postmoderna”.
Chi conosce “un minimo i recenti interventi del Papa sull'argomento”, ha sottolineato, “sa bene come egli consideri con 'ammirazione' la celebre affermazione di Galileo che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico”.
“Come è potuto accadere che dei docenti universitari siano incorsi in un simile infortunio?”, si è chiesto il matematico, affermando poi che “un docente dovrebbe considerare come una sconfitta professionale l'aver trasmesso un simile modello di lettura disattenta, superficiale e omissiva che conduce a un vero e proprio travisamento”.
“Temo che qui il rigore intellettuale interessi poco e che l'intenzione sia quella di menar fendenti ad ogni costo”, ha concluso.